Italiani online, il 93 per cento del tempo è nelle mani di social e streaming
Ormai è un oligopolio quasi assoluto. Con la seconda ondata della pandemia il tempo trascorso dagli italiani su smartphone cresce e per il 93 per cento va ai servizi della Silicon Valley. La fotografia scattata da ComScore sulle abitudini digitali di 40 milioni di cittadini del nostro Paese lascia pochi dubbi: se consideriamo le prime cento realtà sulle quali si raccoglie la maggior parte del traffico, delle due ore e 40 minuti spese quotidianamente online, il 44 per cento è sui social network, il 24 sullo streaming, il 25 sulla messaggistica.
“Google e Facebook da sole, fra telefoni, computer e tablet, fanno il 75 per cento del tempo speso nella graduatoria delle prime cento realtà del Web per volumi di pubblico e in assoluto sono oltre il 50 per cento”, spiega Fabrizio Angelini, che rappresenta ComScore in Italia. “Più si naviga su smartphone più si usano poche app, quelle che si hanno sulla schermata principale del telefono. Google, Facebook, TikTok, Spotify e Amazon solo le sole che vanno oltre l’uno per cento del tempo speso”.
Apple del resto, che fra i colossi hi-tech americani è rimasta tagliata fuori, sta provando in tutti i modi di recuperare fra servizi legati ai videogame, allo streaming, alla musica e formule come Apple One che le raduna tutte.
Assieme al rafforzamento delle posizioni dominanti, dove l’unica eccezione europea è Spotify, da noi c’è stato il boom di PosteID che ha fatto registrare il decimo più alto tasso di crescita anno su anno con un aumento del 154 per cento e 4,8 milioni di utenti unici a ottobre 2020. Una buona posizione in una classifica dominata dai servizi per la connessione a distanza, ovvero Microsoft Teams, Zoom, Google Classroom. Teams in particolare in un anno ha fatto un balzo di quasi il 4mila per cento, Zoom e Classroom del 1500.
Infine, in base alle rilevazioni del Panel Comscore sono invece 5,7 milioni gli italiani ad avere utilizzato Immuni a ottobre 2020, il 17 per cento della popolazione maggiorenne che naviga da mobile. Un livello di penetrazione che è in linea con le app di tracciamento del Covid 19 negli altri Paesi, con la sola eccezione del Regno Unito dove NHS Covid-19 si è spinta oltre raggiungendo il 29 per cento della popolazione maggiorenne.
“Il fenomeno della concentrazione non è nuovo -conclude Angelini- ma si pensava che con la crescita dello streaming si sarebbero fatte largo altre realtà magari nazionali come la Rai”. E invece la sola che è davvero cresciuta nel settore è TikTok. I dati riguardano, come dicevamo all’inizio, solo smartphone, tablet e pc. Non c’è la televisione. Lì dominano, in parte, altre realtà iniziando da Netflix, seguita da Amazon Prime Video e YouTube di Google. Ma anche in quel caso a dominare sono sempre meno e vengono tutti dalla California.