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Luca Parmitano è il primo italiano a comandare sulla Stazione spaziale internazionale

Luca Parmitano: primo comandante italiano della Iss
«Sono veramente grato al mio Paese, al sistema che mi ha permesso di essere qui: l’istruzione, la scuola, l’Accademia Aeronautica, l’Aeronautica militare e tutte le persone che hanno partecipato alla mia formazione e alle quali oggi va tutto il mio ringraziamento». Lo ha detto l’astronauta italiano Luca Parmitano al termine del passaggio di consegne del comando della Stazione spaziale internazionale ereditato dal collega russo Alexei Ovchinin. Parmitano è il primo italiano in assoluto ad assumere questo incarico, il terzo cittadino europeo («Lassù mi mancherà solo il mare». Leggi l’intervista rilasciata al Corriere prima della partenza). Nel 2009 fu la volta del belga Frank De Winne, mentre nel 2018 c’era il tedesco Alexander Gerst a ricoprire questo ruolo prestigioso. Giovedì 3 ottobre Ovchinin e altri due astronauti lasceranno la Stazione Spaziale per rientrare sulla Terra e a quel punto partirà ufficialmente la Expedition 61. «Oggi spenderò poche parole per raccontare questa giornata - ha detto Luca Parmitano dopo il passaggio di testimone sancito dal suono della campana a bodo - una di queste è senz’altro “gratitudine”. Non solo nei confronti di tutti voi - ha detto rivolgendosi agli altri membri dell’equipaggio - ma anche nei confronti di tutti quelli che hanno lavorato e mi hanno permesso di raggiungere questo obiettivo».
Poco prima della cerimonia sono arrivati anche i complimenti del ministro della Difesa Lorenzo Guerini: «Le mie congratulazioni e i miei auguri a @astro_luca che oggi assume il comando della #Iss», ha scritto Guerini in un tweet. «La missione Beyond dell’Esa si sta confermando, così, come una missione dai grandi risultati anche grazie al forte contributo italiano», ha esultato invece Giorgio Saccoccia, presidente dell’Agenzia spaziale italiana, augurando buon lavoro a Parmitano. «Luca è stato già protagonista di una prima presenza in orbita con la missione Volare dell’Asi, grazie alla quale sono stati raggiunti importanti obiettivi scientifici e di comunicazione».
 
La carriera
Luca Parmitano, classe ‘76, non si ritroverà certamente per caso in questa posizione. È la sua carriera a parlare per lui: prima di essere reclutato nel 2009 dall’Esa, l’agenzia spaziale europea, ha conseguito con successo la strada militare nell’aeronautica italiana, arrivando a ottenere il grado di colonnello. Ha all’attivo oltre 2000 ore di volo, che gli hanno permesso di manovrare più di 40 velivoli diversi, oltre a essersi qualificato su 20 tipi tra aerei ed elicotteri militari.
Nel corso della sua carriera ha quindi seguito numerosi corsi di preparazione, durante uno di questi, il Programma per la Leadership Tattica in Belgio, fu coinvolto in un incidente aereo nel 2005. Mentre volava sulla Manica con un AMX, si scontrò con un grosso volatile, che causò la rottura del suo abitacolo, e senza l’ausilio delle comunicazioni via radio riuscì ugualmente a riportare il velivolo a terra in sicurezza. Per questa sua azione, colpì positivamente l’intera comunità aviatoria e questo gli valse, nel 2007, anche il conferimento della Medaglia d’Argento al Valore Aeronautico. Come astronauta, invece, nel 2013 è stato anche il primo italiano a effettuare una missione Eva, extraveicolare: il 9 luglio la sua passeggiata spaziale si concluse dopo 6 ore e 7 minuti. Una settimana dopo, il 16 luglio, Parmitano stava passeggiando nuovamente nello spazio, ma fu costretto a interrompere la missione a causa di un malfunzionamento del casco che si era riempito d’acqua. Complessivamente, nel 2013, rimase in orbita per per 166 giorni, mentre questa sua seconda spedizione, iniziata a luglio, durerà fino a febbraio 2020.
 
La missione «Beyond»
Durante la sua seconda missione nello spazio, chiamata «Beyond» («Oltre»), Parmitano avrà un’agenda fitta di impegni. Per quanto riguarda le attività extraveicolari, insieme al collega Andrew Morgan, sarà occupato nella riparazione dell'Alpha Magnetic Spectrometer (Ams), un rilevatore di particelle agganciato alla Iss. Necessita, infatti, di interventi al sistema di raffreddamento, ma la complessità sta nel fatto che non è stato realizzato per essere aggiustato nello spazio. Parmitano, inoltre, interverrà in prima persona nel corso dell’esperimento Analog-1: dalla Stazione spaziale internazionale, dovrà guidare un rover robotico in un’area desertica di Lanzarote, isola della Canarie. In questo caso, si vuole dimostrare la capacità di utilizzare tecnologie da remoto, così da farsi trovare pronti quando l’uomo esplorerà habitat ostili, come il suolo lunare. Non solo, l’astronauta italiano sarà impegnato in almeno altri 250 esperimenti che svariano dalla biologia alla neurofisiologia, dalla scienza dei materiali alla fisica dei fluidi. In tutti i casi si tratta di ricerche e studi che hanno una particolare valenza perché fatti nello spazio, le cui condizioni sono impossibili da replicare sulla Terra. Ci sarà anche tempo per l’arte del comando e Parmitano nel 2018, a tal proposito, ha assicurato: «Mi vedo come un facilitatore, il mio scopo sarà di mettere tutti nella condizione di lavorare al meglio delle proprie capacità».
 
Nespoli e Cristoforetti: gli italiani recentemente a bordo della Iss
Se si sommano i giorni di permanenza fino a febbraio 2020, con quelli della missione del 2013, Parmitano supererà Paolo Nespoli (313 giorni), ultimo astronauta italiano a far parte delle missioni sulla Iss, e diventerà quindi l’esponente italiano di maggior esperienza. Nespoli, che è stato in orbita 3 volte (2007; 2010/2011; 2017), ha sfruttato l’accordo stretto tra Nasa, agenzia spaziale statunitense, e Asi, agenzia spaziale italiana. In cambio di opportunità di volo, verso la Stazione spaziale internazionale, per gli astronauti italiani, l’Asi infatti si è impegnata con la Nasa a fornire i moduli Multi-Purpose Logistics Module (Mplm). Realizzati da Alenia Space, sono moduli logistici per il trasporto di rifornimento e attrezzature verso la Stazione. Restando ai nomi più recenti, tra gli astronauti selezionati per le missioni sulla Iss, c’è stata anche Samantha Cristoforetti che ha partecipato alle spedizioni 42/43, a cavallo tra il 2014 e il 2015. Cristoforetti è quindi diventata la prima astronauta italiana, terza europea, a entrare nella Stazione spaziale internazionale e, prima di essere superata dalla statunitense Peggy Whitson, deteneva il record femminile di permanenza nello spazio in un singolo volo: 199 giorni, che comunque le valgono il primato a livello europeo.
 
In futuro la Iss cederà il passo al Lunar Gateway
La Stazione spaziale internazionale, lanciata nel 1988, rappresenta una delle opere più grandi realizzate nello spazio negli ultimi 20 anni. Nonostante gli ingenti investimenti da parte delle 5 agenzie spaziali coinvolte, Nasa (Stati Uniti), Esa (Unione europea), Roscosmos (Russia), Jaxa (Giappone) Csa (Canada), anche la Iss dovrà arrendersi all’avanzare del tempo. Non è un caso se a marzo 2019 è stato presentato il progetto Lunar Gateway (LOP-G), una stazione orbitante attorno alla Luna: Stati Uniti e Canada hanno già formalizzato l’accordo, mentre a novembre è attesa la decisione dell’Esa. I costi di realizzazione saranno enormi, per questo è importante che partecipino più agenzie: l’amministrazione Trump, ad esempio, ha aumentato il budget della Nasa, portandolo a 1.6 miliardi di dollari. Questa nuova stazione, inoltre, essendo più vicina alla Luna, oltre all’orbita terrestre, favorirebbe le future missioni: da una parte sarebbe più semplice programmare spedizioni con o senza equipaggio sul satellite, dall’altra permetterebbe una preparazione fisica mirata per i futuri sviluppi legati a Marte.
 

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